Importante dirigente, promotore del museo e dell’archivio storico, le sue memorie raccontano 60 anni di storia d’Italia collegata alle vicende di Italgas.
Nelle sede storiche di Torino e di Asti, dove sono attivi i laboratori di misura e odorizzazione del gas, è ancora profondamente vivo il ricordo dell’ingegner Mario Sales, dirigente e poi consulente Italgas dal 1934 al 1994, tra i promotori dell’archivio storico aziendale, nonché ideatore del primo museo del gas aperto a Torino nel 1994.
La sua grande passione per il patrimonio aziendale lo portò in tarda età a frequentare addirittura un corso di archivistica: oggi quella passione è portata avanti dal lavoro di Heritage Lab. In particolare, la Mediateca, il cui scopo è salvaguardare i supporti audio-video obsoleti con la digitalizzazione, ha recuperato una lunga intervista su diverse audiocassette condotta a Mario Sales nel 1997, quando aveva 87 anni, di cui, purtroppo, non si conosce né l’origine né l’intervistatore.
In 61 anni di carriera in azienda (1934-1994), l’ing. Sales è stato testimone di momenti critici della storia italiana, come la Seconda guerra mondiale e il successivo avvento della metanizzazione.
La sua ultima segretaria, Silvia Donzino, ha rilasciato una testimonianza scritta in suo ricordo, che qui pubblichiamo integralmente:
«A dispetto dell’età (nel 1987 aveva ben 77 anni) era sempre in movimento fra Londra, Parigi e Bruxelles per partecipare alle riunioni con altri rappresentanti delle società del gas europee, come ad esempio British Gas, Gaz de France, Ruhrgas, Gas Natural. Per dare un’idea di quanto amasse il suo lavoro, ci fu un’occasione in cui volle prender parte a tre riunioni consecutive, nonostante i miei sforzi per convincerlo a saltarne almeno una. In un’epoca in cui non esistevano i pc portatili né i tablet, un uomo anziano e mingherlino come lui si trascinò per l’Europa un borsone pieno zeppo di documentazione cartacea per le tre riunioni.
Era un gentiluomo d’altri tempi: quando arrivava in ufficio salutava sempre con un sorriso ed una stretta di mano: “Buongiorno Signora, come sta? Come sta suo marito? E i suoi gatti?” (Sì, persino i gatti, avete capito perfettamente!). Poi si calava nel ruolo del capo, mi chiamava per cognome ed entravo nel suo ufficio, dove ci faceva compagnia la statua di Jan Pieter Minckelers, attualmente custodita nei magazzini del museo Italgas».
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UNA STORIA DI FAMIGLIA: IL PADRE, STEFANO SALES, ENTRA IN OFFICINA NEL 1909
Stefano Sales, padre di Mario Sales, era figlio di due farmacisti di Pinasca, in provincia di Torino. Laureato in chimica farmaceutica, nel 1909 entra a lavorare in Italgas – allora Società Anonima Consumatori Gas-Luce – grazie all’intermediazione del senatore Giovanni Agnelli, che conosceva la famiglia tramite un medico, loro amico in comune (Pinasca è a pochi chilometri da Villar Perosa, luogo di origine della famiglia fondatrice della Fiat).
Stefano Sales inizia all’officina della Vanchiglia a Torino, in corso Regina Margherita 52, una struttura tutt’ora esistente. Come ricorda il figlio nell’intervista, era l’unico laureato e viveva in officina con altre famiglie di operai: all’epoca l’officina del gas lavorava “a fuoco continuo”, i forni non si potevano spegnere e bisognava essere reperibili 24 ore su 24. Lo stesso Mario Sales, nato il 17 giugno 1910, trascorre i primi anni alla Vanchiglia: «Tutte le famiglie si frequentavano. Nelle sere d’estate si stava nel giardino. Non si parlava di ferie, si era semplicemente sempre lì, i bambini giocavano insieme e facevano amicizia».
Nel ricordo di Mario Sales i rapporti umani tra tutte le maestranze erano molto stretti e la cooperazione massima, tanto che i contrasti sociali erano scarsi. Data la caratteristica dell’industria del gas, e dei forni che non potevano essere spenti e riaccesi con facilità, Sales ricorda l’occorrenza dello sciopero come di un evento molto raro, poiché fermare l’attività delle storte significava togliere luce e gas a intere città.
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1934: MARIO SALES INIZIA A LAVORARE IN ITALGAS COME VOLONTARIO
Dopo il liceo classico Vincenzo Gioberti, Mario Sales si laurea in ingegneria indirizzo meccanico-chimico al Politecnico di Torino nel 1933. Dopo l’esame di stato, entra in Italgas a gennaio del 1934 come “volontario”. Sales racconta che era pratica comune questo periodo di “volontariato” per i laureati (qualcosa di simile a un tirocinio): il volontario poteva andare in officina ovunque, parlare con chiunque, doveva imparare ogni dettaglio della produzione del gas. Tutto il 1934 fu per Sales da volontario.
Successivamente trascorre un periodo in Cokitalia (società ligure di distillazione del fossile fondata nel 1935) e poi come direttore dell’officina di Asti. Con l’avvento della Seconda guerra mondiale, Mario Sales rientra nella sede torinese e diventa uno dei tre ispettori tecnici nazionali, con competenza su Piemonte e Liguria, ricoprendo questo ruolo fino alla fine del conflitto.
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GLI ANNI DIFFICILI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
Durante l’intervista Mario Sales si sofferma su diversi aspetti che coinvolsero Italgas durante la Seconda guerra mondiale, sottolineando come il periodo più difficile sia stato quello dopo l’8 settembre 1943, con l’Italia spaccata in due dalla Linea Gotica. Sappiamo da altre testimonianze (come quella del direttore dell’officina di Fano nelle Marche), che era molto difficoltoso comunicare con la sede centrale di Torino per tutte le sedi periferiche e che i tedeschi, nel caso di Fano, non risparmiarono l’officina.
Dal punto di vista di Sales, allora ispettore nazionale, i tedeschi avevano tutto l’interesse che in Italia le cose funzionassero, almeno finché hanno avuto la speranza di vincere la guerra. Sales ricorda quindi gli sforzi fatti per permettere il rifornimento di carbone dall’estero e per non spegnere mai i forni: l’industria del gas era considerata industria di guerra e dispensata dal servizio militare, ad esempio. Da un lato riforniva di gas tutte le altre industrie fondamentali, dall’altro era indispensabile per la produzione del benzolo.
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Di quegli anni, Sales non manca di citare le vicende del collega ebreo Michelangelo Böhm e del figlio Arrigo. Michelangelo Böhm (1867-1944) è stato uno dei massimi esperti nazionali sull’industria del gas durante i primi decenni del 1900. Noto docente al Politecnico di Milano, dopo le leggi razziali viene allontanato da tutti i suoi incarichi e diventa consulente Italgas, senza incarichi definiti, come ricorda Sales, mentre il figlio Arrigo è dirigente dell’ufficio tecnico. Mentre Arrigo Bohm riesce a rifugiarsi in Svizzera, i genitori, Michelangelo e Margherita Luzzatto, vengono arrestati. Le loro strade si separano, ma finiscono tragicamente entrambe con la morte ad Auschwitz: Margherita Luzzatto viene deportata dal campo di Fossoli, mentre Michelangelo Böhm parte dal binario 21 della stazione centrale di Milano, al cui memoriale viene tutt’oggi ricordato insieme ad altre centinaia di nomi.
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LA RICOSTRUZIONE POST 1945 E L’AVVENTO DEL METANO
Con la fine della guerra, Mario Sales diventa prima vicedirettore e poi direttore tecnico fino alla pensione (seguirà un periodo da consulente esterno). Nell’intervista su audiocassetta sottolinea che uno dei problemi maggiori nel Dopoguerra è la mancanza di dirigenti tecnici e ingegneri qualificati, nonché l’urgente ricerca di nuove professionalità con l’avvento della metanizzazione, dall’inizio degli anni 50. Le aziende nazionali come Italgas, inoltre, sono soggette a diverse influenze politiche, che causano spesso riorganizzazioni nell’alta dirigenza. L’industria del gas, in particolare, ricorda Sales, subiva l’influenza diretta di Enrico Mattei, figura di enorme rilevanza in quegli anni.
Dall’inizio degli anni 50 Mario Sales inizia a viaggiare in diversi Paesi per studiare le soluzioni energetiche adottate, con particolare attenzione al metano. Il passaggio alle officine a metano è una transizione cruciale, che porta con sé diverse criticità, incluso il reimpiego del vecchio personale dei forni con nuove specializzazioni. Tra il 1950 e il 1951 Mario Sales compie un viaggio negli Stati Uniti come parte del Piano Marshall (o piano ERC European Recovery Program), l’iniziativa tramite la quale il governo americano contribuisce a ricostruire l’industria europea.
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Sul percorso di metanizzazione dell’Italia, rimane un’interessante testimonianza a firma di Mario Sales: è l’articolo “Trasformazione di un servizio da gas fossile a gas naturale”, apparso sulla “Rivista della distillazione del fossile e dei gas naturali e tecnici” dell’Associazione nazionale industriali gas (ANIG) nel 1951-52 in cui Sales ricorda nello specifico il primo esperimento di metanizzazione effettuato da Italgas nella città di Lodi.
«L’Italia nel 1946 si trovò inaspettatamente di fronte a un fatto nuovo, denso di promesse e incognite: l’avvento del metano […] Il primo esperimento su vasta scala e con buoni risultati venne effettuato dall’Italgas a Lodi nell’anno 1950-51».
Nell’articolo Sales riassume tutte le operazioni portate avanti a Lodi con grande solerzia dagli operai, come la sostituzione di tutti gli apparecchi domestici del gas, il cambio delle tubature sulla rete: le squadre tecniche si sentivano parte di un grande cambiamento verso una nuova era di progresso.
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GLI ULTIMI ANNI: LA DEDIZIONE PER LA RICERCA E LA COSTRUZIONE DELL’ARCHIVIO-MUSEO
Fino al 1994 Mario Sales continua a essere attivo in Italgas, anche dopo la pensione. Di questa ultima parte della sua carriera, Sales è particolarmente orgoglioso di aver progettato e diretto l’officina sperimentale di Asti, con i laboratori di ricerca collegati, i primi dell’azienda. In questi laboratori Sales ha voluto che si facesse ricerca su tutte le branche della tecnica gasistica e su tutti i nuovi prodotti collegati e che non fossero quindi solo laboratori di controllo, come ne esistevano altrove. Nelle audiocassette Sales ricorda, inoltre, l’arrivo del primo cromatografo, un sistema di analisi chimica per distillazione frazionata, che ha profondamente innovato l’analisi chimica, in particolare delle miscele e oli combustibili. Dell’avvento della produzione del gas a partire dalle benzine pesanti, Sales ricorda in particolare che questo ha permesso la fine definitiva dei turni di lavoro notturni.
L’ultima parte dell’intervista è dedicata alla crisi del carbone a partire dagli anni 80, con la lenta chiusura delle miniere del Sulcis in Sardegna, di quelle in Inghilterra e in Germania (Sales visitò personalmente le miniere del Durhamsu invito degli inglesi). A partire dagli anni 70, poi, Mario Sales, affiancato da Renato Cerutti, lavora per raccogliere materiale cartaceo e apparecchi tecnico-scientifici da tutte le sedi per costruire l’archivio – che nel 1986 riceve la notifica di notevole interesse storico. Parallelamente porta avanti le proposte per l’allestimento di un museo aperto al pubblico a Torino, che viene inaugurato nella sua prima forma nel 1994 e che rappresenta il diretto antenato degli spazi odierni di Heritage Lab.
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